#12 - Errore 404: colpa non trovata
Perché normalizzare l'errore può accelerare l’innovazione e far lavorare davvero bene le persone.
Questo è il dodicesimo contenuto di Schiscetta - la newsletter di Joinrs pensata per accompagnare la tua pausa pranzo con contenuti leggeri, nutrienti e pronti da gustare in pochi minuti.
In molte organizzazioni si parla di innovazione, ma poche hanno il coraggio di sostenere davvero una cultura dell’errore. La correlazione?
Secondo un’analisi della Harvard Business Review, le aziende che adottano una “error-positive culture” ottengono livelli di engagement e innovazione interna fino al 25% più alti rispetto a quelle che mantengono approcci “punitivi”.
Il concetto non è nuovo: Amy Edmondson, docente di Harvard, parla da anni di psychological safety, cioè la sicurezza psicologica che permette alle persone di condividere idee, dubbi ed errori senza paura di conseguenze negative. È questo l’elemento che differenzia i team ad alte prestazioni da quelli che semplicemente “non sbagliano mai” (o meglio, non lo ammettono).
Alcune aziende hanno fatto dell’errore una leva di apprendimento organizzativo.
In Google, ad esempio, i progetti falliti vengono analizzati pubblicamente nei “post-mortem” per capire cosa ha funzionato e cosa no.
Toyota adotta da anni il principio del kaizen: miglioramento continuo attraverso piccoli esperimenti, anche se fallimentari.
Secondo un report di McKinsey (2023), le organizzazioni che integrano sistematicamente meccanismi di apprendimento dall’errore hanno il 30% in più di probabilità di innovare i propri processi interni e migliorare la retention dei talenti.
Normalizzare l’errore non significa ridurne il peso, ma cambiarne il significato: da segnale di fallimento individuale a parte naturale del processo di scoperta collettiva.
Per permettere questo, servono leader che non solo dichiarino “qui si può sbagliare”, ma che lo dimostrino, ammettendo pubblicamente quando qualcosa non ha funzionato come previsto.
La vera cultura dell’innovazione nasce dal coraggio di sperimentare senza paura.
E ogni piccolo errore gestito bene diventa, di fatto, un investimento nel futuro dell’organizzazione.
🫐 Spuntini di realtà 🫐
Cosa ascoltare 🎧
Intanto, abbiamo chiesto ad Alberto Vaccari, Global HR Manager in Flix, “Il concetto di fallire in sicurezza, ti piace o è troppo diplomatico?”.
Tu, invece, cosa ne pensi?
Cosa guardare 👀
Amy Edmondson, che abbiamo citato prima, spiega in questo video perché la psychological safety è la base dei team innovativi e in armonia: senza sicurezza psicologica, le persone non rischiano, non condividono e - soprattutto - non imparano.
Cosa leggere 📖
Non tutti gli errori sono uguali. Alcuni fanno anche crescere, a patto che vengano analizzati nel modo giusto.
In questo articolo di Atlassian, l’azienda racconta come ha reso il blameless postmortem una pratica quotidiana: niente caccia ai colpevoli, solo analisi trasparente dei fatti e condivisione delle lezioni apprese.
🍲 Cosa bolle in pentola 🍲
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