#9 - La Gen Z non scappa: cerca solo il posto giusto
Attrazione, onboarding e poi? Cosa rende davvero efficace la retention? Cosa spinge la Gen Z a lasciare il lavoro?
Questo è il nono contenuto di Schiscetta - la newsletter di Joinrs pensata per accompagnare la tua pausa pranzo con contenuti leggeri, nutrienti e pronti da gustare in pochi minuti.
Come vi abbiamo raccontato, durante la primavera scorsa ci siamo impegnati per creare una fotografia della Gen Z nella sua relazione con il mondo del lavoro, e abbiamo riportato ciò che abbiamo osservato all’interno del Joinrs Data Loop.
In questa Schiscetta vogliamo raccontarvi il terzo capitolo della nostra ricerca, quello che indaga i motivi per cui i giovani decidono di lasciare l’azienda.
Innanzitutto, i dati mostrano come molti giovani, nonostante vengano spesso descritti come ‘job hopper’, guardino invece alla stabilità come valore. Quasi 1 su 3 (29%) dichiara di voler trovare una realtà in cui restare per sempre, mentre un altro 27% vorrebbe cambiare azienda solo ogni 10 anni circa. Solamente una minoranza dichiara di voler cambiare spesso (13%, ogni 3-4 anni) o molto spesso (5%, ogni 1-2 anni).
Fra le motivazioni principali per cui la Gen Z lascia il proprio lavoro si trovano uno scarso work-life balance, un ambiente di lavoro ostile e la mancanza di opportunità di crescita.
In questo studio abbiamo anche voluto approfondire cosa significa per la Gen Z ‘work-life balance’. Per la maggioranza vuol dire avere tempo per altro, ma anche avere orari flessibili, non dover sacrificare la propria vita privata e avere confini personali chiari che permettano di staccare completamente al di fuori dell’orario lavorativo.
Per trattenere i giovani talenti le aziende devono quindi impegnarsi a costruire un’esperienza lavorativa autentica e sostenibile, garantendo un vero equilibrio tra vita privata e professionale con flessibilità e rispetto dei confini personali.
Creare un ambiente sano e inclusivo che offra percorsi di crescita chiari, personalizzati e supportati da mentorship sono altri elementi che aiutano la retention, così come l’assicurare una retribuzione percepita come equa e trasparente, il creare una cultura aziendale coerente, in cui valori, mission e comportamenti siano realmente allineati.
🫐 Spuntini di realtà 🫐
Cosa ascoltare 🎧
Un ambiente lavorativo sereno è tra i fattori considerati di maggiore importanza dalla Gen Z ma, ovviamente, non è facile trovare un luogo completamente privo di conflitti.
Potrebbe essere una giornata no così come un problema più radicato, cosa fare quindi quando il malumore diventa costante? Come riconoscerlo senza etichettare? Come interpretarlo senza banalizzare? Ce lo spiega Elisa Cordalonga, HR Specialist in Spoki, in questo episodio di HR Popcorn.
Cosa leggere 📖
In questo articolo, l’osservatorio Delta Index riporta i dati in materia di retention che emergono dall’European Workforce Study 2025, condotto a livello europeo da Great Place to Work.
In Italia il 40% dei lavoratori intende cambiare impiego; il 21% non sa ancora se cambierà. Questi numeri fanno del nostro, il Paese europeo con più difficoltà a fidelizzare i propri dipendenti. La media UE di chi intende cambiare lavoro è al 31%, lontana di ben nove punti percentuali.
Cosa guardare 👀
La Gen Z cerca il riconoscimento della propria individualità e del proprio valore in quanto persone e pone questo alla base anche del proprio percorso professionale.
Gabriele, il nostro CEO, ha parlato proprio di queste tematiche con Elena Bruschi, Talent Acquisition Manager in Hilti. Di seguito, trovate il video completo:
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